Cos'è la UILT
Unione Italiana Libero Teatro
Il movimento filodrammatico Italiano.
In Italia le prime filodrammatiche nacquero
alla fine del Settecento, soprattutto nell’ambito delle accademie; ma fu
nell’Ottocento che il fenomeno divenne una realtà consolidata. Le
filodrammatiche furono un vero serbatoio di attori per le cosiddette compagnie
di giro; alcuni nomi sono ormai entrati a far parte della
storia del teatro italiano: Oreste Calabresi, Giacinta Pezzana, Luigi
Aliprandi, Edoardo Ferravilla, Luigi Carini e Virgilio Talli (il quale divenne
il primo “direttore” della scena nazionale). Ma dove non arrivavano le
compagnie di giro, erano le filodrammatiche, ieri come oggi, ad assicurare la
capillare presenza del teatro in tutto il territorio nazionale.
Nei primi anni del Novecento, le compagnie amatoriali si
moltiplicarono grazie all’attività delle organizzazioni dei lavoratori, che
costituirono i primi circoli culturali e ricreativi veri e propri. Dai ranghi
di quelle filodrammatiche uscirono nomi della portata di Gianfranco Giachetti,
Antonio Gandusio, Cesco Baseggio e Gilberto Govi.
Durante il regime fascista, una legge del marzo del 1923 ridusse
ad otto (almeno formalmente) le ore di lavoro giornaliere, con un limite
massimo di 48 ore settimanali. Le attività ricreative, seppur irregimentate
dalla dittatura, ebbero un nuovo impulso e il teatro del dopolavoro si
fece più accurato, sia nell’organizzazione che negli allestimenti.
Verso la fine degli anni Venti, l’autorevole rivista di teatro “Comoedia” pubblicò
una serie di articoli che testimoniano la valenza e la considerazione di cui godevano
le compagnie amatoriali. Guido Salvini, fautore, contro le compagnie di giro,
dei teatri
stabili, propose come modello proprio le filodrammatiche: “formuliamo
il voto che i proprietari di teatri guardino il grande cammino compiuto dalle
società filodrammatiche. Teatri stabili in via di continuo miglioramento
tecnico, compagnie affiatate di giovani volenterosi che, raggiunta dopo molto
studio una notevole fusione, si cimentano anche fuori della propria città”.
Nel 1929 venne istituita una un’organizzazione unitaria per
assicurare il più stretto controllo del regime fascista, l’Opera
Nazionale Dopolavoro; anche la quasi totalità delle compagnie
amatoriali venne inquadrata nell’O.N.D., che ovviamente impose le scelte
‘artistiche’ e assunse la direzione univoca delle rassegne. Nel 1937 un
censimento stimava a 2.066 il numero delle filodrammatiche dell’O.N.D., alle
quali aderivano circa 32.000 iscritti che operavano in 4.277 sale teatrali, con
oltre 25.000 rappresentazioni per più di 2 milioni di spettatori.
Dopo il crollo del fascismo, nel dopoguerra il clima di speranza e
di rinascita favorì una grande espansione delle filodrammatiche, che, col nome
di G.A.D. (Gruppi d’Arte Drammatica), si associarono
all’E.N.A.L. (Ente Nazionale Assistenza Lavoratori), nato
dalla liquidazione dell’O.N.D., nel 1945. L’Ente si propose di promuovere il
sano e proficuo impiego delle ore libere dei lavoratori, tramite istituzioni ed
attività dirette a sviluppare le loro capacità morali, fisiche ed
intellettuali. All’interno dell’E.N.A.L., la Federazione Nazionale dei Gruppi di Arte
Drammatica trovò i propri spazi, si ampliò e sviluppò idee ed
eventi. Già nel 1948, a Pesaro, i tempi furono maturi per proporre il primo Festival
Nazionale d’Arte Drammatica: l’avventura, che prosegue ancora
oggi, diventò da subito la vetrina privilegiata del teatro di base.
Nel 1951 le rappresentazioni delle filodrammatiche furono ben
35mila, contro le 5mila del teatro professionistico; gli spettatori furono quasi
tre volte di più, 6 milioni contro 2. Il calo dell’attività amatoriale cominciò
ad evidenziarsi dall’anno 1959, e fu nel 1964 che venne toccato il minimo
storico (9.961 rappresentazioni, con poco più di un milione di spettatori). Con
l’inizio degli anni Settanta, il teatro dei filodrammatici cominciò
gradualmente a riprendersi, ma nel 1977 venne annunciata la soppressione
dell’E.N.A.L., che divenne effettiva con decorrenza 1° aprile 1979.
Nascita e primo sviluppo
della UILT (1977-1989)
Il 3 ottobre 1977, fortemente motivati dalla crescente
insofferenza verso una concezione meramente dopolavoristica del “fare teatro”,
un piccolo gruppo di ‘visionari’ si incontrò per organizzare un ambizioso
percorso teatrale; erano cinque drammaturghi della Società
Italiana Autori Drammatici (Ruggero Jacobbi, Alessandro
Brissoni, Aldo Nicolaj, Giorgio
Prosperi, Mario Moretti) ed
alcuni direttori di compagnie teatrali aperte al cambiamento ed alla ricerca: Fabrizio
Rafanelli del G.A.D. Città di Pistoia, Ugo
Giannangeli della Compagnia “Oreste Calabresi”di
Macerata, Silvio Manini della Compagnia
Stabile Monzese, Alessandro Nisivoccia del Teatro
Popolare Salernitano. Furono loro a costituire la UILT, l’Unione
Italiana Libero Teatro; lo scopo primario della federazione
venne individuato proprio nell’opera di sganciamento del teatro di base dal
ghetto dopolavoristico. Come primo presidente venne scelto Giorgio
Prosperi, regista, autore e critico teatrale, mentre la
segreteria fu affidata a Rodolfo Finzi.
Nel maggio del 1980, scaduto il primo triennio di attività, a
Macerata si tenne una cruciale assemblea generale, convocata per discutere se
proseguire o meno, stante l’esiguo numero di adesioni. Fu Ruggero Jacobbi a
suggerire i presupposti per dare slancio all’Unione, indicando in Aldo
Signoretti, attore, regista e scenografo, la persona adatta ad
assumere la carica di presidente. Un aiuto fondamentale e decisivo fu
assicurato dalla S.I.A.D., che offrì una parte dei propri uffici di Roma come
sede della UILT, e dal grande lavoro di segreteria svolto dall’esperto Rodolfo
Finzi. Durante la presidenza Signoretti si registrò, in effetti, una importante
crescita delle adesioni e soprattutto dell’immagine e della credibilità
dell’Unione; ciò permise, tra l’altro, di ottenere dei contributi dal Ministero
e di promuovere qualche valida iniziativa, che diede una certa visibilità
all’organizzazione. In modo più metodico, furono presi contatti con le altre
federazioni nazionali e con quelle mondiali, e vennero stipulate le polizze
assicurative a favore delle compagnie e dei tesserati.
Nel 1984, a Pesaro, venne eletto il nuovo Consiglio Direttivo, che
designò Rodolfo Finzi alla presidenza e
Gabriele Solfanelli alla segreteria. Nel gennaio del 1985 la UILT contribuì
alla costituzione del Centro Italiano Teatro Amatori,
che raccoglie, in un’unica rappresentanza italiana presso l’A.I.T.A. (Association
Internationale du Théâtre Amateur), le tre federazioni nazionali,
cioè, oltre alla nostra Unione, la F.I.T.A., il T.A.I. Il Ministero, in
considerazione del lavoro svolto, aumentò in modo consistente il contributo
annuo e, anche grazie al nostro forte impulso, adottò nuove norme che resero
meno difficoltoso l’ottenimento del nulla osta per la
cosiddetta “agibilità”. La UILT, inoltre, assunse una posizione molto decisa
per l’inserimento della voce “teatro amatoriale” nel Disegno di Legge del
Ministro Lagorio; l’attività svolta per lo sviluppo delle manifestazioni
teatrali fu molto significativa, sopratutto perché, accanto a rassegne ormai
tradizionali e prestigiose, ne vennero varate di nuove e coraggiose,
ponendo le premesse per una approfondita analisi del ruolo artistico
dell’Unione. Infine, nella riunione del marzo del 1986, il Consiglio Direttivo
deliberò di dare inizio alla pubblicazione del bollettino “Notizie U.I.L.T.”,
affidandone la direzione a Guido Fabbri, organizzatore teatrale, già sindaco di
Fano e assessore provinciale alla cultura.
L’assemblea del giugno 1986, a Frascati, potè dunque aprire i
lavori con una gratificante analisi dell’ottimo lavoro svolto, per poi ribadire
il proprio impegno per una politica culturale ed associativa ancor più
forte e qualificata. Il Consiglio Direttivo elesse alla presidenza Guido
Fabbri, ben noto ancheper il suo impegno in qualità di
direttore del Festival Nazionale d’Arte Drammatica di Pesaro; alla segreteria
fu riconfermato Gabriele Solfanelli. Il triennio 1986-1989 fu caratterizzato da
un ulteriore miglioramento delle attività, della qualità culturale e
dell’immagine dell’Unione, con una presenza sempre più capillare sul territorio
con convegni, rassegne e spettacoli: merito del dinamismo dei gruppi e
dell’oculata gestione finanziaria del contributo ministeriale.
L’esigenza di una maggiore presenza sul territorio indusse la UILT
a prevedere la costituzione di strutture periferiche di livello regionale; la
prima fu quella della Campania, istituita nel mese di aprile del 1989. Fu una
scelta decisiva per il futuro dell’Unione, che ancora oggi si qualifica come un
organismo radicato in modo fondamentale sulla sua natura prettamente regionale,
a diretto contatto con le compagnie del territorio.
La UILT arrivò all’assemblea di Ariccia nel settembre del 1989 con
risultati decisamente positivi, potendo contare su 102 compagnie iscritte. Fu
un altro momento importante e delicato, poiché alla sostanziale approvazione
dell’operato precedente, si accompagnò la richiesta dei delegati di essere
riconvocati a breve per approfondire meglio le linee di politica culturale. Il
Consiglio Direttivo, dopo aver confermato Guido Fabbri alla presidenza ed
eletto Ermanno Iencinella alla segreteria, convocò dunque, per il marzo
seguente, un’assemblea straordinaria a Riccione.
La grave crisi dei primi
anni Novanta (1990-1992)
Nel 1990, proprio mentre il teatro amatoriale tornava ai livelli
quantitativi dei primi anni Cinquanta (circa 40mila rappresentazioni con 6
milioni di spettatori), il Ministero decurtò in maniera drastica il contributo
alle federazioni; all’improvviso, dunque, l’equilibrio finanziaria dell’Unione
divenne estremamente difficile. Il presidente Guido Fabbri, che aveva garantito
personalmente l’anticipo sul previsto finanziamento ministeriale, visse la
situazione in uno stato di pesante e grave prostrazione fisica e psicologica;
il 2 settembre 1990 venne stroncato da un arresto cardiaco. La sua scomparsa fu
non solo un dramma per tutti coloro che gli erano stati amici e compagni
nell’impresa di affermare il valore culturale e sociale del libero teatro, ma
ebbe anche pesanti contraccolpi per il vuoto lasciato nella complessa attività
gestionale della UILT, a cui aveva consacrato tutte le sue forze.
Nella riunione del Consiglio Direttivo, svoltasi il 6 ottobre 1990
a Pesaro, venne eletto presidente Silvio Manini,
drammaturgo, attore e regista, uno dei fondatori della UILT; come segretario
venne scelto Mario Magrini. Gli anni 1991 e 1992 furono durissimi: molte
compagnie se ne andarono (ne restarono solo 48); si eclissarono, in qualche
caso in modo poco elegante, molti dirigenti che avevano operato nei vari
organismi; diverse manifestazioni furono sospese per l’azzeramento dei
finanziamenti; il peso dei debiti accumulati dalla precedente gestione fu a dir
poco disastrosoo. Manini si trovò spesso da solo a tirare il carro, ma riuscì a
far rinascere la fiducia e a ricostituire un gruppo dirigente pronto ad
impegnarsi per condurre l’Unione ad una nuova ripartenza (non senza mancare di
dare il proprio aiuto alla famiglia Fabbri). Fu davvero un’impresa ciclopica,
che salvò letteralmente la UILT dalla dissoluzione; se oggi la nostra Unione è
ancora forte e vitale, va riconosciuto sopratutto a lui, Silvio Manini, il
merito di averla salvata in quel drammatico frangente.
La rinascita della UILT:
consolidamento ed espansione (1993-2001)
Nel marzo del 1993 l’Assemblea di Riccione confermò Silvio Manini
alla presidenza, mentre i compiti di segreteria vennero suddivisi. Ci fu il via
libera alla stipula della Convenzione con l’A.R.C.I. ed il Consiglio Direttivo,
partendo dall’esempio della Campania, accelerò il programma di costituzione
delle strutture regionali: nel 1994 Emilia Romagna, Trentino Alto Adige e
Umbria; nel 1995 Piemonte, Toscana e Veneto; nel 1996 le Marche). L’Unione,
superata la bufera, riuscì a rilanciare le proprie attività in modo efficace e
qualificato, tornando a garantire un ampio ventaglio di servizi (assicurazioni,
assistenza per le pratiche burocratiche, aggiornamenti su rassegne e repertori
e così via). Nel luglio del 1995 il bollettino trimestrale “Notizie U.I.L.T.”
riprese le pubblicazioni; l’anno seguente viene stampato il primo “Vademecum”
giuridico-legale per le compagnie.
L’opera di recupero ed espansione fu proficua e soddisfacente; nel
1996 le compagnie affiliate erano già 154. La nuova assemblea elettiva si tenne
ad Umbertide e fu preceduta da un incontro con i dirigenti dell’A.R.C.I.,
convocato per esaminare le cause della scarsa integrazione tra le due
associazioni. Il nuovo Consiglio Direttivo, dopo la riconferma di Silvio Manini
come presidente el’elezione a segretario di Giuseppe Stefano Cavedon, diede un forte
impulso alla rinata UILT: costituzione di nuove strutture regionali (nel 1998
Lazio, Lombardia e Sicilia); aggiornamento dello Statuto; istituzione di un
coordinamento per le rassegne; sviluppo dei rapporti internazionali; primo
progetto di sito Internet. Nell’aprile del
1997 l’assemblea di Rimini deliberò l”approvazione del nuovo statuto (che tra
l’altro sancì la cadenza annuale dell’assemblea stessa) e decise di istituire
un Centro Studi, che nel giugno del 1998 ebbe come suo primo direttore Alfonso
De Stefano. Nello stesso anno, l’assemblea si riunì ancora a Rimini; oltre ad
approvare alcuni ritocchi allo statuto per adeguarlo al Decreto Legislativo n.
460/1997, affrontò in modo definitivo la questione dei rapporti con l’A.R.C.I.;
preso atto della stasi e della mancanza di progressi, decise di non rinnovare
la Convenzione.
Il 13 novembre 1998 segnò un altro momento importante per la
storia della UILT, anche se purtroppo gli esiti non furono quelli sperati. Su
propria iniziativa, ed a cura del Centro Italiano del Teatro Amatoriale,
si svolse a Roma la Conferenza delle Federazioni nazionali, che compilò una
richiesta di emendamenti alla proposta di legge in esame alla Camera, ritenuti
necessari per la promozione e la tutela del teatro amatoriale. La Legge
di Disciplina dell’Attività Teatrale viene approvata nel
luglio del 1999; l’inserimento, come auspicato, di un esplicito riferimento
alle “compagnie
amatoriali”, sancì finalmente il riconoscimento e la tutela del
teatro di base. La legge passò dunque all’esame del Senato, ed anche la UILT si
mobilitò per sollecitarne la definitiva approvazione; il tutto, però, venne
vanificato dallo scioglimento anticipato del Parlamento. Fu un momento di
grande amarezza, ma rappresentò comunque un punto fermo per confermare
l’importanza di tenere sempre aperta una interlocuzione nei confronti delle
istituzioni (negli anni successivi con esiti migliori).
Nel 1999 le compagnie iscritte alla UILT erano 275. Rimini ospitò
ancora l’assemblea generale, che confermò Silvio Manini alla presidenza ed
elesse Loris Frazza alla segreteria. Proprio l’anno 2000 sancì un’altra tappa
importante: il notiziario si trasformò nella rivista “Scena” e, puntualmente
ogni trimestre, iniziò ad essere spedita ai tesserati ed a raggiungere le
scrivanie di operatori teatrali, assessori e uomini politici, funzionari di
enti pubblici e privati. L’assemblea, sempre a Rimini, dibatte sulla legge per
il teatro, sull’idea di un Festival Nazionale con selezioni a livello
regionale, sul progetto ancora non realizzato di un sito Internet. Vengo
costituite altre strutture regionali: Friuli Venezia Giulia e Puglia.
L’assemblea del 2001 si sposta a Riccione, ed il primo nucleo del Centro Studi
organizza gli “Incontri formativi”; ma nel secondo
semestre, l’E.N.P.A.L.S. emana una serie di circolari che mettono in seria
difficoltà l’operatività delle filodrammatiche.
Gli anni Duemila: la grande
crescita del primo decennio (2002-2010)
Nel 2002 le compagnie iscritte erano 438, per un totale di 5.536
tesserati: la tendenza alla crescita era ormai ben consolidata. In quell’anno
era previsto il rinnovo degli organi statutari, ma si determinò un disaccordo
sulla prospettiva di individuare, come di consueto, una candidatura unitaria
alla presidenza. Il 10 marzo, a Roma, nel corso di una riunione del Consiglio
Direttivo, si raggiunse un’ipotesi di mediazione sul nome di Cavedon, accolta
all’unanimità; ma nel corso dell’assemblea di aprile, riunita a Fognano, i
rappresentanti della Campania, a sorpresa, ripresentarono la candidatura di
Alfonso De Stefano. In un clima ovviamente un po’ teso, i delegati elessero
comunque, come presidente, Giuseppe Stefano Cavedon,
confermando Loris Frazza alla segreteria. A guidare il
Centro Studi fu chiamato Giuseppe Liotta, docente del DAMS di Bologna.
In quel momento, il problema più urgente e preoccupante era
rappresentato dalle ricadute della già citata circolare n. 21 dell’E.N.P.A.L.S.
Il 28 giugno 2002, a Roma, presso la sede nazionale dell’A.G.I.S., si riunirono
pertanto in seduta congiunta il Consiglio Direttivo della UILT ed il
Consiglio Federale della F.I.T.A. (con la sua presidente Fiammetta Fiammeri),
per cercare una risposta ed una soluzione comune, e per procedere
alla costituzione della Conferenza Permanente delle Federazioni Italiane di
Teatro Amatoriale. Partecipò alla seduta anche Nicola Bono, sottosegretario del
Ministero dei Beni e Attività Culturali, e Massimo Antichi, direttore generale
dell’E.N.P.A.L.S. Quella riunione rappresentò un evento di enorme importanza per
il teatro amatoriale italiano; fu infatti il punto di partenza per una
collaborazione che sarebbe poi sfociata nella stipula della ben nota Convenzione
con l’E.N.P.A.L.S., uno strumento di grande efficacia per
semplificare le procedure e per tutelare la specificità delle compagnie
amatoriali.
Nel 2003 l’assemblea arrivò per la prima volta in Sicilia, nella
fattispecie a Sciacca; ampio spazio venne dedicato alla stesura dei regolamenti
interni. Negli anni successivi proseguì l’opera di ramificazione territoriale
della UILT, con l’istituzione di nuove strutture regionali: la Calabria nel
2002, la Liguria e la Sardegna nel 2003, il Molise nel 2004. Nel frattempo, il
30 novembre 2003 si era riunita a Roma un’importante assemblea straordinaria,
per approvare le modifiche statutarie richieste dal Ministero del Lavoro, in
modo da ottenere l’iscrizione al Registro Nazionale delle Associazioni di
promozione sociale, poi confermata nell’aprile del 2004. Anche
questa operazione di adeguamento giuridico costituì un passaggio di grande
rilievo per le prospettive future dell’Unione.
Sempre nell’anno 2004, fu la città di Imperia ad ospitare
l’assemblea annuale. L’attività progettuale ne uscì confermata e rafforzata:
gli incontri formativi, le rassegne, la regolamentazione interna, la
collaborazione con altri enti ed associazioni. Il Consiglio Direttivo decise il
trasferimento della sede nazionale presso il Teatro Cristallo di Bolzano; nella
primavera seguente venne pubblicato il “Vademecum 2005” che,
oltre al puntuale e dettagliato aggiornamento delle parte giuridico-fiscale,
aggiunse la raccolta delle norme interne ed un’utile informativa sui festival e
le rassegne.
Nel 2005 le compagnie iscritte erano ancora salite: 549 in tutto,
per un totale di 7.478 tesserati. In aprile, a Cattolica, l’assemblea elettiva
scelse come presidente Quinto Romagnoli,
attore, regista ed operatore teatrale, confermando ancora Loris Frazza alla
segreteria. Anche l’assemblea del 2006 si svolse a Cattolica; oltre alle
consuete deliberazioni istituzionali, venne discussa l’idea di organizzare il
Festival “Teatro
delle Regioni”. L’assemblea del 2007 si tenne invece a Vico
Equense.
Nel 2008, con le compagnie arrivate a quota 638, per un totale di
9.830 tesserati, fu la città di Pesaro ad ospitare l’assemblea elettiva; il
nuovo presidente fu Luigi Antonio Mazzoni,
drammaturgo e regista, mentre alla segreteria venne confermato Loris Frazza. In
quel frangente tornò alla ribalta la legge quadro per lo spettacolo: le
proposte presentate alla Camera dei Deputati non contenevano alcun accenno al
teatro amatoriale; la UILT intervenne presso la Commissione Cultura e coinvolse
nell’iniziativa anche altre federazioni. A settembre si costituì la
struttura regionale dell’Abruzzo.
L’assemblea del 2009 si riunì a Maggiari di Terrasini, con il
focus incentrato sopratutto sull’ampio dibattito sulle linee operative del
Centro Studi; come nuovo direttore, il terzo dopo De Stefano e Liotta, venne
scelto Flavio Cipriani. Nel 2010 l’assemblea di San Donato Milanese ebbe proprio
modo di verificare il nuovo impulso impresso alle attività del Centro Studi: un
corso di illuminotecnica, un seminario condotto dal maestro Bogdanov, un
convegno sulla drammaturgia dell’attore… e negli anni a venire molte e
qualificate iniziative.
Gli anni Duemila: il
consolidamento del secondo decennio (2011-2019)
Nel 2011 le statistiche della UILT registrarono un altro notevole
passo un avanti: 812 compagnie per 12.794 tesserati (di cui 942
minorenni). Il 1° maggio, a Cattolica, l’assemblea elesse nuovamente presidente Giuseppe
Stefano Cavedon, mentre il Consiglio Direttivo nominò
nuovo segretario nazionale Domenico Santini. Fin da subito, il nuovo esecutivo
dovette affrontare e risolvere un’importante questione sollevata dalle
compagnie, vale a dire l’adeguamento ed il miglioramento della copertura
assicurativa della polizza infortuni. Successivamente il Consiglio potè
dedicarsi alla realizzazione di una serie di importanti progetti: la
risistemazione del sito e l’attivazione del sistema gestionale per le
iscrizioni via web; l’istituzione di un Festival Nazionale della UILT; la
promozione di attività teatrali nelle scuole. Non mancarono poi alcuni
interventi di ‘emergenza’ di notevole rilievo: il confronto con il Ministero
del Lavoro per il mantenimento della UILT nell’Albo delle Associazioni di promozione
sociale; il confronto con l’I.N.P.S. per il mantenimento della Convenzione stipulata
nel novembre del 2002 con l’ex ENPALS; la rielaborazione ed il rinnovo del
Protocollo di intesa con il Ministero dell’Istruzione.
Alla fine del 2012, il Consiglio Direttivo decise il trasferimento
della sede legale da Bolzano ad Amelia (Terni), la cui inaugurazione si
concretizzò nel giugno del 2013, unitamente alla fase di avvio della creazione
di una video/biblioteca teatrale. Nel 2014, nel corso delle assemblee di
Montecatini Terme e Roma, venne eletto come nuovo presidente Antonio
Perelli, affiancato come segretario dal riconfermato Domenico
Santini.
L’anno 2015 deve essere ricordato per almeno due importanti
eventi: la firma del protocollo con il M.I.U.R., in collaborazione con l’AGITA,
al fine di consolidare e rinnovare il rapporto scuola/teatro; l’esordio ad
Oliveto Citra della prima edizione della rassegna Tracce, organizzato dal
Centro Studi ed incentrato su laboratori, spettacoli e convegni di teatro
contemporaneo. Nel 2016 si svolse invece la terza edizione del Festival
Nazionale UILT, presso la città di Velletri.
Nel febbraio del 2017, con 851 compagnie associate per oltre
14.400 soci (di cui 2.325 minorenni), andò a compimento la trasformazione della
UILT Trentino Alto Adige in due strutture distinte, per adeguarle alle diverse
specificità delle due province autonome e permettere loro, quindi, di poter
svolgere al meglio i propri compiti. Nella stessa occasione si riunì,
sempre a Trento, anche un’assemblea straordinaria per l’approvazione del nuovo
statuto, che, tra le altre cose, sancì la costituzione del Comitato Esecutivo,
nuovo organo sociale prettamente operativo.
Sempre nel 2017, per l’esattezza il 30 aprile, a Cattolica si
riunì l’assemblea elettiva, che confermò sia Antonio Perelli che Domenico
Santini, rispettivamente, come presidente e segretario. Due eventi hanno
caratterizzato il secondo semestre 2017. Il primo fu di carattere
istituzionale: la sottoscrizione, insieme alla FITA, della Carta
di Pesaro, documento che ha voluto testimoniare il ruolo del teatro
amatoriale in Italia e che è stato presentato ai ministeri ed agli enti
competenti in materia. Il secondo, purtroppo, è stato un evento luttuoso: la
perdita del presidente onorario Silvio Manini, figura tra le più importanti di
tutta la storia della UILT.
Per quanto riguarda il 2018, è importante sottolineare,
quantomeno, la manifestazione “Il Teatro Filodrammatico, ieri, oggi e
domani”, organizzato nel mese di novembre con la collaborazione del
DAMS di Bologna; oltre a convegni e dibattiti nella prestigiosa sede
universitaria, sono stati presentati tre spettacoli di nostre compagnie presso
il centro culturale La Soffitta. Sempre a fine
anno, presso il Cinema Teatro Comunale di Catanzaro si svolse la fase finale del
nostro Festival Nazionale, mentre nel mese di giugno del 2018 fu la volta
dell’inaugurazione ufficiale, ad Amelia, della Biblioteca Nazionale UILT,
dedicata a Roberto Galvano, grande dirigente dell’Unione. Infine, tra le molte
attività formative organizzate dal Centro Studi deve essere segnalato il
proseguimento della rassegna annuale Tracce, sempre ad Oliveto
Citra.
Nel 2019 la crescita numerica delle compagnie affiliate ha segnato
un ulteriore ‘record’: 922 gruppi, per oltre 16.000 tesserati. L’assemblea, in
occasione del riconoscimento di Matera capitale della cultura europea,
si tenne appunto nella città lucana, mentre a Bologna, nel mese di giugno, la
UILT si assunse l’onere organizzativo dell’Assemblea del CIFTA, organismo
internazionale di teatro amatoriale di cui siamo parte.
Purtroppo, come un fulmine a ciel sereno, il mese di luglio del
2019 ha colpito dolorosamente tutta la UILT, con la prematura scomparsa, dopo
una breve malattia, del nostro amato presidente Antonio Perelli. Il suo garbato
modo di agire, la sua immensa cultura teatrale (e non solo), la sua capacità di
mediazione e di dialogo, oltre all’instancabile impegno per il bene della UILT,
hanno lasciato un segno indelebile nei nostri cuori.
Per dovere istituzionale, si è dovuta convocare, a settembre,
l’assemblea straordinaria per l’elezione del nuovo presidente e degli organismi
statutari. I candidati erano due; rispetto ad Orazio Picella, è risultato
eletto Paolo Ascagni, a cui si è affiancato un
Comitato Esecutivo in gran parte rinnovato. La nuova squadra ha potuto iniziare
ad operare dopo il Consiglio Direttivo di Ostra, riunitosi nel mese di dicembre
per valutare i nuovi progetti e le relative deleghe.
La UILT nel drammatico
contesto dell’emergenza Covid (dal 2020 ad oggi)
Come detto, il nuovo Comitato Esecutivo, che aveva iniziato subito
la sua attività con idee e progetti molto innovativi, ha dovuto combattere una
durissima battaglia con il nemico che tutti abbiamo imparato a conoscere – la
terribile pandemia del Covid19 – e che di fatto ha bloccato tutte le attività
in presenza, sia nel 2020 che nel 2021: un dramma per la UILT e per le sue
compagnie amatoriali, una tempesta inimmaginabile e dalle conseguenze
gravissime. Quasi tutte le compagnie hanno dovuto sospendere le proprie attività,
molte altre hanno addirittura chiuso per mancanza di prospettive.
Questa situazione emergenziale è pesata anche dal punto di vista
delle affiliazioni; pur avendo diminuito in modo molto consistente le quote di
iscrizione, la contrazione numerica é stata di circa il 20% (ma con minori
entrate per almeno il 60%, appunto per effetto delle agevolazioni). Nonostante
tutto la UILT non si è fermata, ha affrontato con determinazione e tenacia
questa durissima prova, e ha rivisto e rimodulato radicalmente tutti i propri
progetti. Senza perder tempo in sterili ed inutili “tradizionalismi“, si è
adattata e ha valorizzato le potenzialità dei mezzi tecnologici, ovviamente per
quanto possibile ma comunque con grande professionalità.
I risultati ci hanno premiato, poiché le diverse iniziative poste
in essere in versione on-line hanno
riscosso ottimi riscontri: il corso di teatro educativo e sociale, il progetto
donne, il progetto del teatro di ricerca, il corso di teatro terapeutico, il
progetto per lo studio sul teatro amatoriale. L’utilizzo di questo strumento è
stato utilissimo per tenere vivo il legame con le compagnie in un periodo così
difficile, peraltro coinvolgendone tantissime nei vari eventi e scongiurando il
rischio di un black out totale;
l’esperienza fatta, inoltre, ci ha fatto capire l’importanza e l’opportunità di
continuare ad utilizzare la modalità on-line anche
in futuro, ovviamente con criteri diversi e confacenti all’auspicato ritorno
alla normalità, e ferma restando la centralità del teatro come presenza fisica e atto sociale.
E tuttavia, pur con le molte difficoltà del caso, siamo riusciti
ad incontrarci anche ‘dal vivo’, nei momenti in cui la situazione ce lo ha
permesso; abbiamo infatti organizzato due riunioni del Consiglio Direttivo, a
Mantova e Riccione. Ma soprattutto, nel mese di settembre del 2021, abbiamo
dato corso al primo Campus Giovani della UILT, che per ovvi motivi poteva e
doveva essere realizzato solo in presenza. Il Progetto Giovani, fin
dall’origine, si è qualificato come una delle proposte fondamentali per il
nuovo Esecutivo e per tutta la UILT; ebbene, la prima esperienza,
concretizzatisi a Borgo Valsugana con ragazzi provenienti da tutta Italia, è
stata veramente straordinaria, per l’intensità emotiva, per l’ottimo clima di sinergia
e condivisione, per le prospettive che si sono aperte.
Infine, dobbiamo sottolineare il grande impegno profuso per
l’adeguamento statutario della nostra associazione e per la metodica e puntuale
assistenza alle nostre compagnie, in ossequio alle nuove disposizioni di legge
per gli Enti del Terzo Settore. In tal senso, la UILT ha dato corso ad una
significativa e complessa trasformazione strutturale, articolata su tre
livelli: la nuova configurazione di associazione di persone fisiche; il
rafforzamento del ruolo centrale delle compagnie iscritte; e soprattutto la
costituzione della UILT in Rete Associativa. Tutto ciò ci permetterà di
cogliere al meglio le molte, nuove opportunità aperte dal Codice del Terzo
Settore, da un lato per garantire un supporto sempre più qualificato alle
compagnie, dall’altro per permettere alla UILT l’apertura a orizzonti e
prospettive diverse, più adatte alle profonde trasformazioni del contesto
sociale, artistico e culturale.
A tale scopo è stato redatto il nuovo statuto, approvato nel corso
dell’assemblea on-line del 23
maggio 2021, che verrà utilizzato anche per la richiesta di personalità giuridica della UILT, altro
passaggio di estrema importanza.